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Ambiente: l’inquinamento dell’aria è sempre più un pericolo

La grandiosa espansione dell’industria e dei trasporti del ‘900, insieme ad un riscaldamento domestico sempre più invasivo e condensato in grandi centri urbani, hanno prodotto un vorticoso crescendo dell’inquinamento dell’aria, con grandi sconvolgimenti ecologici, sanitari e sociali.

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Ci rimane poco

Gli inquinanti atmosferici sono numerosissimi, variamente combinati tra loro spesso trasportati dal vento per centinaia di chilometri, con danni che possono variare notevolmente in funzione delle loro origini e composizione.

Tra essi svettano per pericolosità i cosiddetti gas serra (anidride carbonica, metano, ecc.), noti responsabili dei famigerati cambiamenti climatici, causa di complesse e gravissime problematiche che mettono addirittura a rischio la sostenibilità del nostro pianeta e del nostro futuro.

Molto pericolosi sono tuttavia anche gli altri inquinanti atmosferici, sia primari, quali gli ossidi zolfo o di azoto, che i loro derivati, come le piogge acide e i fotossidanti (ozono, PANs), in grado di causare nefasti danni al patrimonio artistico, agli ecosistemi agro-forestali ed alla nostra salute.

Da essi dipendono, ad esempio, i gravi fenomeni di corrosione e decadimento di edifici, monumenti, pitture ed altre opere d’arte, che conservatisi intatti per millenni, negli ultimi decenni sono andati improvvisamente incontro a rapide rovine, con incredibili danni e costi di restauro.

Altrettanto gravi risultano i danni alle piante, per diffuse necrosi su germogli e fogliame, soprattutto quando uniti a siccità o altri stress, con infausti deperimenti e morie in numerosi nostri boschi e sulle alberature ornamentali.

Per noi…

Gli aspetti più inquietanti riguardano tuttavia la nostra salute, spesso minacciata dai vari benzene metalli pesanti, ozono, prodotti dell’azoto o dello zolfo o dalle famigerate polveri sottili (particolati), soprattutto quelle con diametro inferiore a 2,5 µ (PM 2,5), in grado di arrivare ai bronchi o, peggio ancora, inferiori a 0,1 µ (nano-polveri), che possono penetrare fino agli alveoli polmonari.

Dette sostanze, infatti, sono spesso responsabili o concausa di

  • allergie,
  • bronchiti,
  • polmoniti, enfisemi polmonari,
  • degenerazioni cognitive,
  • malattie cardiovascolari,
  • ictus ischemici,
  • carcinomi al polmone (e non solo),
  • fibrosi polmonari,
  • sclerosi multipla.

Da alcuni studi, risulterebbe che ciò riduca di almeno un anno la vita dei residenti nelle aree più inquinate delle grandi città e sia annualmente causa nel mondo di vari milioni di morti (oltre il 3% del totale), in particolare anziani e bambini, con oltre l’8% dei casi di mortalità dovuti al cancro polmonare.

Quanto all’Italia, si stima che l’inquinamento atmosferico sia motivo di circa 85 mila morti premature ogni anno.

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Cosa fare?

Malgrado le numerose disposizioni nazionali e dell’Unione Europea già messe in essere, quali l’imposizione di limiti sulla presenza dei singoli inquinanti nell’aria, l’obbligo di instaurare opportune misure anti-emissioni, certune penalizzazioni verso l’uso delle auto più inquinanti, il problema continua a rimanere estremamente serio.

Ognuno di noi, però, attraverso opportuni quotidiani comportamenti, potrebbe contribuire fattivamente ad abbassare il grado di inquinamento atmosferico.

Un primo importante apporto, ad esempio, potrebbe consistere nel limitare il più possibile l’uso quotidiano dell’automobile o nel ricorrere alle auto meno inquinanti (elettriche o ibride).

Potremmo altresì ridurre proficuamente le emissioni di polveri sottili nel riscaldarci con stufe o camini a legno, utilizzando legna stagionata e ben secca, evitando di bruciare materiali trattati o verniciati, garantendo un buon tiraggio della fiamma, pulendo frequentemente le canne fumarie e, ove possibile, utilizzando caminetti tecnologicamente avanzati e filtri anti-particolato.

Ed ancora, potremmo incrementare la depurazione dell’aria da parte delle piante procedendo a nuovi impianti di alberi o curando al meglio il nostro verde ornamentale, urbano e non.

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